Credo nella presenza di molteplici spazi temporali coesistenti, che si incrociano in punti in cui esiste solo un qualcosa che tutti noi chiameremmo distrattamente “assenza” ; attraverso però un pensiero più attento, il termine “eternità” parebbe quello giusto. Un tempo-non tempo, dove tutto si ferma e permane, in silenzio, come in un fotogramma, in una visione.
Con queste mie immagini tento di catturare gli avvenimenti che mi sono accaduti, o mi accadono e anche quelli che accadranno. Sì, perché quando il tempo non viene più percepito solo come un flusso che si muove in una precisa e conosciuta direzione ( ovvero da passato a futuro) , esistono solo dei continui presenti, piccole eternità, che se ascoltate con attenzione, possono raccontarci ciò che ancora non è avvenuto nella nostra comune percezione.
I quadri che dipingo non sono altro che la rappresentazione di questi “tempi” che giocano tra di loro, che si sovrappongono e permangono. Sono un diario di bordo, illustrato, di un viaggio parallelo, dove racconto gli avvenimenti della mia vita, di situazioni e sensazioni, di sogni, di intuizioni .
Ho iniziato a dipingere questa serie di tele circa due anni e mezzo fa, in concomitanza con l ‘ inizio di una personale pratica meditativa, che ha fin da subito accentuato intuizioni, percezioni dei dettagli, dei colori nella vita quotidiana.
Di quest’ultima fanno parte molti degli oggetti che dipingo, oggetti che negli anni ho raccolto per un motivo che non conoscevo ancora, ma che in qualche modo attiravano la mia attenzione e che io percepivo come importanti. Iniziando a dipingere le ambientazioni fantastiche delle mie tele, ho poi compreso meglio come questi oggetti rappresentassero momenti e persone che hanno fatto e fanno parte della mia vita. In particolare alcune persone, che prematuramente hanno lasciato la nostra realtà ed alle quali io, dedico tutto ciò che dipingo e suono. Nei miei dipinti la loro presenza è simboleggiata da quattro stelle. Attraverso i miei quadri io comunico con loro e loro comunicano con me. Ho cercato a lungo un modo per farlo negli anni, senza mai trovarlo.
Quando ad un certo punto, sentendomi impotente e perennemente davanti ad una porta chiusa, ho smesso di provarci, ho capito d'un tratto, che la pittura era ciò che mi avvicinava a loro, a quel mondo di spiriti, di comunicazioni sottili, di messaggi. Era la chiave per aprire quella porta. Ognuno di questi miei profondi affetti, viene omaggiato attraverso simboli personali significativi, dal fiore di melograno, al ciondolo a forma di mano, un anello indiano, bricchi, vasi… Ci sono invece oggetti che rappresentano il mio personale spazio quotidiano, la mia casa, con il suo tavolo giallo a scacchiera, quasi tutte le piante che dipingo sono quelle che negli anni ho fatto crescere sul mio terrazzo, la piccola scultura di un orecchio in costante ascolto , una campana di vetro con dentro una candela a forma di gufo, un modellino di un teschio, le mie conchiglie.
Più questi oggetti hanno importanza e presenza nella mia mente, più sono le volte in cui vengono dipinti, come ad esempio un piccolo cerchio dorato, trovato in un luogo speciale in un momento speciale e simbolo di rinascita, di forza di volontà, di protezione.
Le stesse forme le ritroverò in altri momenti significativi, come ad indicarmi una strada, che in fondo io so di aver già percorso, insieme a figure che avevo già conosciuto ma che quando mi incontrano si presentano dandomi la mano, mentre io sorrido dicendo loro il mio nome. È come se nelle mie tele, cosi come nella mia vita, da qualche tempo, avessi semplicemente iniziato a ricordare il mio futuro. Un futuro che attraverso eventi chiamati casualità, ogni tanto mi dà piccoli segnali, una strizzata d’occhio, per aiutarmi ad intendere che sì, il sentiero è proprio quello.
La tigre è la mia trasposizione in una dimensione sia interiore che simbolica . Non è dipinta sempre uguale, ma mantiene caratteristiche che sono indelebili e facilmente riconoscibili.
Un altro elemento costante nelle mie tele, è la musica. Come? Ad un quadro associo (consciamente o inconsciamente ) un brano. Può essere che sia il brano stesso ad influenzare il quadro, o viceversa. A volte sono brani che studio al pianoforte in quel periodo, o che ho ascoltato in un momento particolare della mia vita e che ho per forza di cose associato ad emozioni, che voglio raccontare nel quadro. Pittura e musica, si intrecciano inevitabilmente , sono canali di comunicazione che, come gli spazi temporali , si sovrappongono e fanno eco, per chi vuole provare ad ascoltare. E quando si sintonizzano su quella particolare frequenza sottile, danno voce ad un numero incalcolabile di informazioni, di storie, di messaggi, che troppo spesso vengono ignorati…
- Marlène Demonte -